La pizza… così amata ma così anche
tanto demonizzata. Ma è proprio da considerarsi uno di quegli alimenti da
eliminare dalla dieta?
Spesso chi segue un regime
alimentare controllato deve combattere con l’ardua scelta se inserirla nel
proprio piano alimentare o meno. Da molti viene addirittura considerata una
pietanza da escludere totalmente o quasi in quanto poco salutare e ricca di
grassi. È vero… la pizza contiene anche grassi ma non bisogna dimenticarsi dell’importanza
di questi ultimi per il nostro organismo in quanto ricoprono diverse funzioni
indispensabili al corretto funzionamento del nostro bel corpo. Hanno
innanzitutto una funzione cellulare in quanto formano la membrana delle
cellule, garantendone la fluidità e permettendo così scambi cellulari e di
nutrienti e formando una barriera contro i radicali liberi. Facilitano l’assorbimento
delle vitamine liposolubili (ad esempio la vitamina A, D, E e K). È proprio grazie
ai grassi che gli impulsi nervosi a livello cerebrale possono viaggiare. Hanno
una funzione protettiva della pelle, permettendole di difendersi dagli attacchi
esterni e proteggono gli organi interni formando una sorta di guaina isolante.
Permettono un buon assetto ormonale e aiutano anche a controllare il senso di
fame. Ebbene sì. Se si è in carenza di grassi si ha più appetto e non ci si
sente mai sazi, si soffre di stitichezza e colon irritabile e anche l’umore ne
risente.
Dal punto di vista nutrizionale
la pizza è un alimento completo perché contiene i tre macronutrienti principali
cioè carboidrati, proteine, e grassi in percentuale più che accettabile,
considerando che non viene mangiata tutti i giorni. L’apporto calorico di una
porzione media di circa 300 grammi di pizza tradizionale, cioè la classica
margherita con pomodoro e mozzarella, varia dalle 700 alle 750 calorie. I
carboidrati di tipo complesso della farina sono la fonte nutritiva principale,
pari a circa il 65-70 per cento, seguiti dai grassi (8%) e dalle proteine della
mozzarella (circa il 15/20 per cento) e infine il pomodoro che è fonte di
vitamine e sali minerali. Non va dimenticato l’olio di oliva, ricco di grassi
insaturi “buoni”.
L’importante, quando si va in
pizzeria, è adottare qualche piccolo accorgimento anche se si sta seguendo un
regime alimentare ipocalorico. Evitare ad esempio le salse, i condimenti e le
farciture elaborate e ricche di grassi che aggiungono calorie, scegliere acqua
invece della classica una birra media per evitare che i lieviti di quest’ultima
si vadano a sommare a quelli della pizza creando gonfiori, e magari scegliendo
una pizzeria di fiducia dove poter essere certi della qualità dell’impasto,
delle materie prime e della quantità e qualità di olio e grassi utilizzati.
Si può optare per una farina integrale
che, a differenza di quella di tipo 00 è ricca di fibre che crea un maggior
senso di sazietà, interferisce con l’assorbimento di zuccheri e grassi e
diminuisce la risposta insulinica.
Riassumendo:
In una buona Margherita si avrà
la pasta a base di farina di frumento che fornisce carboidrati complessi e
fonte di energia a lento rilascio, la mozzarella, fonte di proteine e di calcio,
l’olio di oliva che contiene grassi monoinsaturi e la vitamina E, il pomodoro
che fornisce fibre, vitamine e antiossidanti e, in certi casi, il basilico,
ricco di vitamina A, C e antiossidanti.
Considerando che il peso medio di
una pizza margherita, in pizzeria, è di circa 300/350 grammi ecco una
classifica delle Kcal di una pizza.
Marinara: 240 Kcal ogni 100 g.
Ortolana: 260 Kcal ogni 100 g.
Pizza fiori di zucca e alici: 265
Kcal ogni 100 g.
Margherita: 270 Kcal ogni 100 g.
Pizza al tonno: 275 Kcal ogni 100
g.
Pizza bresaola, rucola e grana:
280 Kcal ogni 100 g
Prosciutto e funghi: 290 Kcal
ogni 100 g.
Diavola: 295 Kcal ogni 100 g.
Capricciosa (o quattro stagioni):
330 Kcal ogni 100 g.
Quattro formaggi: 350 Kcal ogni
100 g.
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